Pensierini

L'educazione dovrebbe inculcare l'idea che l'umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione. B. Russel

Nafn:
Staðsetning: ciampino, roma, Italy

þriðjudagur, júlí 11, 2006

#43: Libro letto

Don De Lillo; Rumore bianco (Withe noise); Einaudi; 350 pagg; comprato con Repubblica.
Ci ho messo veramente tanto a leggere questo libro a causa soprattutto degli esami che occupano la stragrande maggioranza del mio tempo dedicato alla lettura (sebene io sia cmq abbastanza bravo a distinguere tra tempo studio e tempo letteratura). Fatto sta che probabilmente non me lo sono goduto come avrei potuto e per questo un pò mi rode.
Lo stile è molto simile a quello di Underworld. Tratta fondamentalmente del relazionarsi con la morte, il rumore bianco.
Ora più che quello che dice il libro (che chiunque può tranquillamente leggere) mi piacerebbe scrivere come io vedo la morte. Per mia (s)fortuna non sono stato baciato dal dono della fede per cui non credo nella vita dopo la morte comunque la si intenda. Ho seri problemi (come chiunque credo) a pensare alla morte: io mi faccio problemi soprattutto a pensare a come il cervello non pensi più. Quello che trovo intellettualmente inconcepibile (nel senso che non sono proprio capace di farlo) è pensare alla totale perdita di coscienza di se che la morte rappresenta. Cioè uno muore e non è più cosciente di se. Ma nel momento stesso in cui penso a questo sono ancora cosciente proprio perchè lo penso (una roba tipo Cartesio) e quindi la simulazione non ha frutto. Nel libro la simulazione della morte ricorre frequentemente. Io ci provo ogni tanto a pensarci, ci sono stati periodi della mia vita in cui non riuscivo a non pensarci ma il fallimento è frustrante e mi getta generalmente nello sconforto dovuto alla consapevolezza di non riuscire a inquadrare la questione. Il libro parla di un rumore bianco. Io penso generalmente alla mia tomba e a me dentro la lapide che sparisco. Poi mi immagino che tutto diventa bianco.
BiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBianco
BiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBianco
BiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBiancoBianco
BiancoBiancoBiancoBianco
e la distesa di bianco è la cosa più spaventosa che mi sia mai trovato davanti.
Poi fortunatamente mi ricordo di Quino:
(vedi post successivo)

Efnisorð: ,

0 Comments:

Skrifa ummæli

<< Home