#102: Nastasja Filippovna
Nastasja Filippovna si alzò, gettò un ultimo sguardo allo specchio, osservò con un sorriso "storto", come si seppe in seguito da Keller, che era "pallida come un cadavere", s'inchinò devotamente davanti all'immagine sacra e uscì sul terrazzino. Un coro di voci accolse la sua apparizione. Vero è che nel primo momento si sentirono risate, applausi e fischi persino, ma di lì a poco risuonarono altre grida:
- Che donna stupenda!- esclamavano tra la folla.
- Non è la prima, e non sarà nemmeno l'ultima del suo genere!
- Il matrimonio cancella il passato, imbecilli!
- No, trovateci un'altra donna bella come questa! Urrà!- gridavano i più vicini.
- Una principessa! Per una simile bellezza, venderei l'anima al diavolo!- urlò un piccolo impiegato sconosciuto.
- "La mai vita per una notte!..."
Nastasja Filippovna si mosse, pallida come un cencio; ma i suoi grandi occhi neri brillavano come due carboni ardenti; e la folla non potè resistere a quello sguardo; l'inignazione si trasformò in grida di entusiasmo. Lo sportello della vettura fu aperto, Keller offrì il braccio alla sposa per farla salire, quando, improvvisamente, ella gettò un'esclamazione e saltò dal terrazino tra la folla. Coloro che l'accopagnavano rimasero trasecolati dallo stupore; la folla le si aprì davanti e, a cinque o sei passi dal terrazino, apparve, ad un tratto, Rogozin. Nastasja Filippovna aveva incontrato il suo sguardo tra la folla. Ella corse a lui e lo afferrò per ambo le mani:
- Salvami! portami via! Portami dove vuoi, ma subito!- gridò come una pazza.
-31 giorni alla laura di Michele
Efnisorð: Dostoevskij
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